Dennis Davis

Dennis Davis
NazionalitàBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
GenereArt rock
Rock sperimentale
Funk
Jazz
Periodo di attività musicale1967 – 2016
StrumentoBatteria
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Dennis Davis (New York, 28 agosto 1951 – 6 aprile 2016[1]) è stato un batterista statunitense.

Assieme al chitarrista Carlos Alomar e al bassista George Murray formò la sezione ritmica negli album di David Bowie della seconda metà degli anni settanta.[2][3] Nel corso della sua lunga carriera, occasionalmente Davis si è esibito anche come seconda voce e ha collaborato come compositore e arrangiatore.[4]

Biografia

Inizi

Nato e cresciuto a Manhattan (New York), studiò batteria con i famosi Max Roach ed Elvin Jones. Nel 1967 iniziò a suonare nella Clark Terry Big Band, ma dovette ben presto interrompere la carriera per prestare servizio militare nella guerra del Vietnam, dove comunque continuò a suonare. Tornato in patria, iniziò una lunga collaborazione con il vibrafonista jazz Roy Ayers, con il quale a partire dal 1973 ha realizzato diversi album.[5]

David Bowie

Nel gruppo di Ayers suonava anche il chitarrista Carlos Alomar, assieme al quale Davis fu ingaggiato da David Bowie nel 1974 per l'album Young Americans.[5] Il successivo album di Bowie Station to Station, pubblicato nel gennaio 1976, è un lavoro di transizione per l'artista inglese tra le atmosfere funk e soul di Young Americans e quelle elettroniche degli album che compongono la "Trilogia di Berlino".[6] Per l'occasione entrò nella formazione il bassista George Murray, che con Davis e Alomar formò la sezione ritmica di tutti i successivi album di Bowie degli anni settanta. Tra i brani più importanti incisi con il musicista inglese vi sono Ashes to Ashes, Sound and Vision e "Heroes".[7]

Altre collaborazioni

Altre importanti collaborazioni di Davis sono state quelle con George Benson, Iggy Pop, Jermaine Jackson e soprattutto Stevie Wonder, per il quale suonò in quattro album tra il 1979 ed il 1987. Nel 2007 è uscito il suo primo album da solista, The Groovemaster.

Discografia

Solista

  • The Groovemaster (2007)

Collaborazioni

Con Roy Ayers

  • Coffy (1973)
  • Virgo Red (1973)
  • Tear to a Smile (1975)
  • Red, Black and Green (1973)
  • You Send Me (1978)
  • I'm the One for your Love Tonight (1987)
  • Double Trouble (1992)
  • Good Vibrations (1993)
  • Naste′ (1995)
  • Mahogany Vibe (2004)
  • No Stranger to Love (2013)

Con George Benson

  • Good King Bad (CTI, 1975)

Con David Bowie

  • Young Americans (1975)
  • Station to Station (1976)
  • Low (1977)
  • "Heroes" (1977)
  • Stage (1978)
  • Lodger (1979)
  • Scary Monsters (and Super Creeps) (1980)

Con Ronnie Foster

  • Cheshire Cat (1975)
  • Love Satellite (1978)

Con Iggy Pop

Con Stevie Wonder

Con Jermaine Jackson

  • Let's Get Serious (Motown, 1980)

Note

  1. ^ (EN) Dennis Davis, Longtime David Bowie Drummer, Dies, su rollingstone.com. URL consultato il 21 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 4 gennaio 2018).
  2. ^ (EN) Masino, Susan, Rock'n Roll Fantasy, Badger Books Inc., 2003, p. 109, ISBN 978-1-878569-96-7. URL consultato il 13 settembre 2015.
  3. ^ (EN) Pushing Ahead of the Dame, su bowiesongs.wordpress.com. URL consultato il 13 settembre 2015.
  4. ^ (EN) Dennis Davis Biography, su Discogs, Zink Media, Inc.. URL consultato il 12 ottobre 2015..
  5. ^ a b (EN) Dennis Davis Biography, su web.archive.org. URL consultato il 12 ottobre 2015 (archiviato dall'url originale il 31 agosto 2008).
  6. ^ (EN) Andy Gill, Album: David Bowie Station to Station, su independent.co.uk, 17 settembre 2010. URL consultato il 13 settembre 2015.
  7. ^ (EN) David Bowie's drummer Dennis Davis dead after lung cancer battle three months after singer's death, su mirror.co.uk. URL consultato il 21 giugno 2016.

Voci correlate

Collegamenti esterni

  • (EN) Dennis Davis, su AllMusic, All Media Network. Modifica su Wikidata
  • (EN) Dennis Davis, su Discogs, Zink Media. Modifica su Wikidata
  • (EN) Dennis Davis, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation. Modifica su Wikidata
  • (EN) Dennis Davis, su dennisdavisdrummer.com. URL consultato il 21 giugno 2016 (archiviato dall'url originale l'11 giugno 2016).
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