Province d'Italia soppresse

Dall'unità d'Italia, entro le variazioni dei confini amministrativi, alcune province hanno mutato denominazione a seguito di trasformazioni territoriali, altre sono state soppresse del tutto.

Province d'Italia soppresse

  • L'antica provincia di Terra di Lavoro, soppressa nel 1927[1] e suddivisa tra le allora province di Roma, Napoli, Campobasso e Benevento e la neocostituita provincia di Frosinone. La provincia di Terra di Lavoro, istituita nel 1861 in seguito all'annessione dal Regno delle Due Sicilie, comprendeva buona parte dell'attuale Lazio meridionale (storicamente territorio campano, con il Circondario di Sora, Cassino, Pontecorvo e il Circondario di Gaeta), nonché tutta l'attuale provincia di Caserta, alcuni comuni oggi in provincia di Avellino e nella città metropolitana di Napoli (con la città di Nola), più parte delle province di Isernia e Benevento. Il capoluogo di provincia era Caserta.
  • La provincia di Aosta (1927-1945) è stata una provincia del Piemonte, comprendente i circondari di Aosta e Ivrea; nel 1948 la parte corrispondente al circondario di Aosta è stata trasformata nella Regione Autonoma della Valle d'Aosta, che svolge anche le funzioni provinciali.
La Terra di Lavoro nel 1905
  • Le province di Genova, Torino, Milano, Venezia, Bologna, Firenze, Roma, Bari, Napoli, Reggio Calabria, Messina, Catania, Palermo e Cagliari sono state sostituite nel 2015 dalle città metropolitane omonime.
  • Le province siciliane di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani sono state sostituite nel 2015 con gli omonimi liberi consorzi comunali.
  • Le province sarde di Carbonia-Iglesias, Medio Campidano, Ogliastra e Olbia-Tempio sono state abrogate nel 2016[2] in attuazione della riforma degli enti locali scaturita dai risultati dei referendum sardi del 2012. I territori delle prime due sono divenuti parte della nuova provincia del Sud Sardegna insieme ai comuni della provincia di Cagliari esterni alla omonima città metropolitana e al comune di Genoni proveniente dalla provincia di Oristano; quelli dell'Ogliastra sono stati inglobati nella provincia di Nuoro (tranne Seui che è andato al Sud Sardegna), così come quelli di Olbia-Tempio in quella di Sassari. Negli ambiti delle preesistenti province - ridenominate Zone Omogenee - è comunque garantito l'esercizio autonomo delle funzioni provinciali e l'erogazione dei relativi servizi, sia pure formalmente nell'ambito delle nuove suddivisioni provinciali, fino alla definitiva soppressione di tutte le province[3].
  • Le province di Trieste, Gorizia e Pordenone, ai sensi della L.R. 26/2014 e successive modifiche, sono state messe in liquidazione dal 1º gennaio 2017 e definitivamente cancellate il 30 settembre 2017. La provincia di Udine è rimasta attiva fino al 22 aprile 2018. Le competenze provinciali sono state distribuite tra la Regione e le 18 Unioni Territoriali Intercomunali (UTI). I comuni di Trieste, Udine, Pordenone e Gorizia mantengono comunque le prerogative connesse alla qualificazione di "capoluogo di provincia" previste dalla normativa statale e regionale[4].

Province non più sotto sovranità italiana

Province giuliane e dalmate

Divisione amministrativa dell'Istria e del Quarnaro dal 1924 al 1943 con segnate la provincia di Trieste (colore verde), la provincia di Gorizia (blu), la provincia di Pola (giallo) e la provincia di Fiume (rosso)
  • La provincia di Gorizia (1923-1943), delimitata a ovest dal fiume Iudrio (affluente occidentale dell'Isonzo, a est/nord-est dal crinale delle Alpi Giulie) e a sud. approssimativamente dal fiume Vipacco, comprendeva quasi tutto il corso dell'Isonzo (tranne il tratto finale con le zone di Monfalcone e Grado, all'epoca incorporate nella Provincia di Trieste), col bacino del fiume Idria (affluente orientale), il Collio e gli altopiani di Bainsizza, Selva di Tarnova e Selva di Piro; la Provincia non fu soppressa, ma fu privata della quasi totalità del suo territorio (esclusa la città di Gorizia, all'interno della quale corre tuttora il confine di stato e altri paesi come Gradisca d'Isonzo), e mantenuta in vita con l'assegnazione del territorio di Monfalcone e di Grado. Faceva parte del compartimento statistico della Venezia Giulia e la sua sigla automobilistica era GO.
  • La provincia di Trieste (1923-1943), delimitata a nord dal fiume Vipacco ed estesa a ovest fino al tratto finale dell'Isonzo includendo le zone di Monfalcone e Grado, a est fino alla conca di Postumia e al crinale delle Alpi Giulie (esclusa la conca di Circonio) e a sud fino a includere Muggia, unico Comune istriano della Provincia, e il margine settentrionale della Cicceria. La Provincia cessò di esistere nel 1947 con la creazione del Territorio libero di Trieste, comprendente la fascia costiera da Duino a Cittanova d'Istria; ritornò in essere nel 1954, essendo privata della quasi totalità del suo territorio, compresi Monfalcone e Grado, e ridotta a 6 Comuni nella fascia costiera a ridosso del Carso, profonda circa 7,5±0,5 km. Faceva parte del compartimento statistico della Venezia Giulia e la sua sigla automobilistica era TS.
  • La provincia di Pola (o dell'Istria) (1923-1943), comprendeva quasi tutta l'Istria storica con i centri di Pola, Dignano, Rovigno d'Istria, Parenzo, Cittanova d'Istria, Umago, Portorose, Pirano, Isola d'Istria, Capodistria, Buie d'Istria, Pisino e altri, nonché le isole Brioni e, sul lato occidentale del Carnaro, le isole di Cherso e Lussino e le isole minori vicine. Faceva parte del compartimento statistico della Venezia Giulia e la sua sigla automobilistica era PO, in seguito PL.
  • La provincia di Fiume (o del Carnaro) (1924-1943), poi dal 1930 provincia del Carnaro comprendeva Fiume (escluso il sobborgo orientale di Sussak), la Liburnia (con la città istriana di Abbazia) e l'alta valle del Timavo (con la città di Villa del Nevoso). Nel 1941 la superficie della provincia del Carnaro verrà ampliata arrivando a comprendere anche l'Intendenza civile per i territori annessi del Fiumano e della Cupa (comprendente il retroterra fiumano con Zaule della Liburnia, la costa da Sussak a Buccari e, sul lato orientale del Carnaro, le isole di Veglia e Arbe con gli isolotti adiacenti). Faceva parte del compartimento statistico della Venezia Giulia e la sua sigla automobilistica era FU, in seguito divenuta FM.
Mappa del Governatorato della Dalmazia, con segnate la provincia di Zara (in verde), la provincia di Spalato (in arancio) e la provincia di Cattaro (in rosso scarlatto)
La provincia italiana di Lubiana (1941-1943), inclusa come provincia autonoma nel compartimento statistico della Venezia Giulia

Province delle ex colonie italiane

Province del Dodecaneso

  • La provincia di Rodi (1923-1943) nelle Isole italiane dell'Egeo. Comprendeva tutta la colonia, a cui fu aggiunta l'isola di Castelrosso di fronte alla costa turca; il capoluogo era Rodi[6] e la sigla automobilistica era R, in seguito "Rodi".

Province libiche

La Libia era divisa in 4 province e 1 territorio (Territorio Militare del Sud)[6]:

Province albanesi

Il Regno d'Albania fu occupato il 7 aprile 1939 dall'Italia e nel 1944 riconquistò l'indipendenza. Durante il protettorato italiano l'Albania era divisa in 13 province:

  • La provincia di Scutari (capoluogo Scutari)
  • La provincia di Kukes (capoluogo Kukes)
  • La provincia di Alessio (capoluogo Alessio)
  • La provincia di Debar (capoluogo Debar)
  • La provincia di Durazzo (capoluogo Durazzo)
  • La provincia di Tirana (capoluogo Tirana) dove aveva sede il Luogotenente Generale
  • La provincia di Elbasan (capoluogo Elbasan)
  • La provincia di Levani o provincia di Apollonia (capoluogo Levani)
  • La provincia di Berati (capoluogo Berati)
  • La provincia di Corizza (capoluogo Corizza)
  • La provincia di Argirocastro (capoluogo Argirocastro)
  • La provincia di Valona (capoluogo Valona)
  • La provincia di Pristina o del Cossovo (capoluogo Pristina), aggiunta nel 1941

Note

  1. ^ R.D.L. 2 gennaio 1927, n. 1 - Riordinamento delle circoscrizioni provinciali
  2. ^ Enti locali: approvato nuovo assetto territoriale e nominati amministratori straordinari, su regione.sardegna.it, Regione Autonoma della Sardegna, 20 aprile 2016. URL consultato l'8 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 9 maggio 2016).
  3. ^ artt. 2, 3 e 25 della legge regionale n. 2 del 4 febbraio 2016
  4. ^ art. 46 della legge regionale n. 20 del 9 dicembre 2016
  5. ^ a b c (DEIT) Documenti sull'inclusione del territorio dell'ex Regno di Jugoslavia nel Regno d'Italia (PDF), su hjil.de, http://www.zaoerv.de/, maggio-agosto 1941. URL consultato il 9 novembre 2009 (archiviato dall'url originale il 9 marzo 2013).
  6. ^ a b Guida d'Italia della CTI, Possedimenti e colonie, Consociazione Turistica Italiana, Milano, 1929

Voci correlate

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