Yima

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Yima è il primo re-sacerdote della cosmogonia zoroastriana, vissuto all'inizio della leggendaria Età dell'oro.

«In quel tempo gli uomini e gli animali non morivano, la siccità non torturava le piante e gli alimenti erano inesauribili sotto il dente che li divora. Non c'era vento freddo né vento caldo, né malattia né invidia, né sonno né veglia; e nemmeno la vecchiaia, perché i padri e i figli restavano adolescenti, non sfiorati dal tempo, dalle rughe, dalle passioni e dalle fatiche - eternamente immobili nel fiore dei loro quindici anni. sotto il segno di Yima trascorsero novecento primavere: il mondo era così gremito di uomini, cani, piccolo e grande bestiame e fuochi rossi ed ardenti, che non vi era più posto per nessuna creatura. Yima si avanzò nel cammino del sole e pregò l'angelo della terra. Schiacciò la terra col suo sigillo d'oro, la forò con la spada; e per tre volte il globo si allargò, ogni volta di un terzo, fino a contenere la moltitudine crescente degli uomini e degli animali.»

(cit. da "La primavera di Cosroe" di Pietro Citati ed.Adelphi)

È considerato il primo uomo, l'equivalente di Adamo che perse la sua immortalità a causa del peccato. Egli infatti cominciò a mentire e per questa ragione rese infelici le future generazioni di uomini.[1]

Note

  1. ^ Mircea Eliade, Trattato di storia delle religioni, Bollati, p. 265, ISBN 978-88-339-1849-5.

Voci correlate

  • Mitologia persiana
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